Perché I SALARI SCENDONO NELL’ITALIA DEI MILLE CONTRATTI? (terza parte)

Breve excùrsus sui contratti nazionali: secondo fondazioni più attive sul territorio che si occupano di lavoro, economia, welfare etc, negli ultimi 10 anni quelli depositati al CNEL sono passati dai 551 del 2012, ai 992 del 2021 anche se, quelli attuati, secondo sempre il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, sono 419 di cui 162 sottoscritti dai confederali. La riflessione è doverosa: burocrazia et burocrazia et burocrazia, e anacronismo.  Basterebbero pochi contratti nazionali, ben fatti, lineari, strutturati, robusti, e lasciare magari, anche spazio, alla contrattazione territoriale o aziendale (con accordi tra datore di lavoro e LAVORATORI chissà quest’ultimi edotti, rappresentati da un sindacato che fa veramente i suoi interessi) la crescita della retribuzione, dei redditi correlati alla produttività ed alla “maturity” dell’azienda. Pensare che per un lavoratore (o gruppo di lavoratori) un contratto vale l’altro, magari pure vecchio, senza opportune valutazioni ad personam, è senza dubbio, controproducente. Inoltre, a ben vedere, molti contratti sono vieppiù scaduti, alcuni da più anni, e, per la loro impostazione vetusta, hanno quasi bloccato la famosa dinamica dei redditi con una crescita salariare modestissima.  Raccordo tra salari e produttività quasi inesistente, è importante sottolinearlo!  Inoltre va detto che, le differenze circa il costo del lavoro si ridurrebbero (e si vedrebbero, magari, dei risultati per chi assume e/o assunto o potrebbe essere assunto) se, non fosse che da noi, in Italia, la contribuzione previdenziale è del 33% circa, presso i nostri “cugini” d’oltralpe (Francia) è del 27,5% circa, in Germania si attesta al 18,7% circa, in Svezia solo il 20% circa. Nell’area OCSE (38 paesi attivi e l’Italia presente), in media solo il 32% dei lavoratori era ed è “coperto” da accordi sindacali collettivi, eppure, da loro, i salari sono cresciuti, da noi languono. Forse è arrivato il momento di chiederci il perché o di operare riflessioni in merito ad un tema tanto scottante e che ci tocca moltissimo. (segue)

DURANTE ANNA MARIA CRISTINA