Il Comitato consultivo dell’UE per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro (CCSS) ha raggiunto un accordo (Documento) sulla necessità di includere la malattia da Corona-virus: il Covid Sars 19, nello specifico, come malattia professionale. Gli Stati membri hanno appoggiato l’esigenza di un aggiornamento dell’elenco UE delle malattie professionali, al fine di spingere i singoli Paesi Comunitari ad adeguare le rispettive normative interne. L’accordo risponde all’obiettivo di migliorare le protezioni dei lavoratori contro il rischio di crisi sanitarie future, come quelle causate da nuove varianti Covid 19, nell’ambito del “Quadro strategicodell’UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021/ 2027”. L’Italia, in cui il contagio da Covid 19 è considerato, per alcuni versi e per alcune categorie di lavoratori, infortunio sul lavoro e non malattia professionale, sarà, pertanto, “chiamata” ad aggiornare l’elenco delle malattie di origine lavorativa, alla luce della raccomandazione UE attesa entro la fine dell’anno. Il Comitato UE rende noto, come è indispensabile riconoscere il Covid 19, come malattia professionale nei settori dell’assistenza socio-sanitaria e dell’assistenza degli anziani, dei malati, dei disabili, dei portatori di handicap a domicilio, nonché, in un contesto pandemico, all’interno di quei settori, in cui sono maggiori le attività con un rischio accertato di infezione facilmente trasmissibile. In tempo di pandemia, vi sono stati alcuni settori specifici, cosa risaputa, in cui i lavoratori sono incorsi in un maggior rischio di contrarre il virus a causa della natura lavorativa delle attività svolte con contatto ultra diretto.
Essendo l’accertamento e l’indennizzo delle malattie professionali, una materia di competenza dei singoli Paesi, sulla base dell’Accordo, come affermato dal Commissario per il Lavoro e i diritti sociali: Nicolas Schmit, la Commissione UE raccomanderà fortemente la promozione, come malattia professionale, del Covid 19, a tutti gli Stati membri. ( segue)
DURANTE ANNA MARIA CRISTINA