La seconda legittima domanda, caro lettore, è la seguente: se questa modalità di “gestione” della contrattazione collettiva che, si badi, non ha riscontri precedenti, similari, in altri Paese dell’Europa, possa essere la causa o la concausa del basso tasso di occupazione nel nostro amatissimo Paese? E’ fuor di dubbio, le continue proposte di innalzamento dell’età pensionabile, con un po’ di respiro grazie, in parte, a quota 100 e quota 102, e 9 salvaguardie in 10 anni, più nuovi elenchi lavoratori- mansioni gravose, hanno consentito a circa 9.000 lavoratori di lasciare il posto di lavoro con requisiti di età inferiore ma, hanno inciso pesantemente sul bilancio pubblico e giocato un ruolo non positivo o positivo, in minima parte, nella riduzione della propensione professionalizzante del lavoratore attivo che si ritrova , ancora una volta , con un salario minimo per legge sotto standard europeo. Questa analisi è importante, con annesse domande, proprio perché è doveroso mettere in luce i risultati italiani insoddisfacenti e che collocano il nostro Paese negli ultimi posti delle classiche per salario ed al primo per spesa pubblica, assistenziale, lavoro nero, evasione fiscale, e tanto altro ancora. Quanto al lavoro nero, o ai continui rifiuti degli stagionali (per fare un esempio) alle proposte di lavoro, ripetutamente diniegate, non ci fossilizziamo sul RdC , sicuramente “gestito “male ma non una piaga dell’Egitto. Qui, poi, si aprirebbe una altra riflessione spinosa che destinerei ad altro articolo. (segue)
DURANTE ANNA MARIA CRISTINA