A SETTEMBRE IL RIENTRO IN CLASSE, RIFLESSIONI E PROPOSTE…(séguito seconda parte/fine)

Dopo le riflessioni, ampiamente fatte nei due precedenti scritti, dove si evidenziava  uno sfacelo del comparto scuola, è doveroso, a questo punto, porsi delle domande e vedere le ragioni di tutto ciò e magari auspicare qualche proposta migliorativa. Già negli anni ‘80, i Rapporti del Censis, sulla situazione sociale del Paese, parlavano, circa la scuola, della necessità di una programmazione fatta nei tempi giusti relativamente al reclutamento del personale scolastico. Siamo nel 2022 e la scuola sembra costantemente “sospesa” in un equilibrio emergenziale!  Dove risiedono le ragioni principali di tutto ciò? In primo luogo, la scarsità dell’offerta, la difficoltà di attirare nella scuola giovani laureati di qualità. L’attrattiva è bassa, e va dalla poca chiarezza nelle modalità di accesso, continuamente modificate senza un reale motivo, alla mancanza di una carriera o la possibilità di variazioni circa la retribuzione in base alla funzione, alla materia, alle condizioni di lavoro. Gli insegnanti lamentano di essere pagati poco e di essere pagati, grosso modo, tutti allo stesso modo. In secondo luogo, la modalità di reclutamento, completamente disorganizzata. Per esempio, non è possibile alle scuole scegliere gli insegnanti, magari per dare continuità ad una classe o ad un ciclo. A settembre, circa 50mila docenti cambieranno scuola: dopo le ultime deroghe alla normativa, anche quest’anno il solito valzer di cattedre ad inizio anno.  I 50mila trasferimenti (pari al 55,8% del totale dei professori che hanno partecipato alla mobilità ordinaria) riguardano 45.859 domande di mobilità territoriale e 4.032 di mobilità professionale, per un totale di 6.680 spostamenti di docenti fuori regione.  Lo Stato, in buona sostanza, fissa i requisiti necessari per diventare insegnanti, e ne attesta il possesso. Dopo, fra tutti quelli che rispondono ai requisiti fissati, il Ministero (MIUR) con il Provveditorato ora USR, istituti scolastici, segreterie, reti (piattaforme, liste, graduatorie, etc.) possono reclutare quei docenti che si sono resi disponibili. In conclusione: va fatta chiarezza sulle modalità di accesso; i punteggi controllati molto tempo prima dell’apertura dell’anno scolastico per non incorrere in ricorsi e in cattedre vuote; i neolaureati devono essere formati; gli insegnanti “esperti” devono essere differenziati per retribuzione, partendo da un minimo fissato attraverso la contrattazione sindacale, a seconda della materia, della funzione, dell’orario di servizio e anche, perché no, in base alla qualità del servizio.  No a misure emergenziali; no a sanatorie last minute; no a misure estemporanee; no a misure demagogiche.  Questo è quello per cui “combatte” la CONFIL (FILPI).

DURANTE ANNA MARIA CRISTINA