A giugno iniziano le sospensioni dell’assegno d’inclusione (Adi) per le famiglie che non si sono presentate ai servizi sociali dopo aver fatto domanda a dicembre 2023 e gennaio 2024. L’Inps comunica che il termine di 120 giorni per mantenere il diritto all’Adi scade questo mese. Chi non si è presentato non riceverà il sussidio a giugno, ma potrà ripristinarlo recandosi spontaneamente ai servizi sociali.
Le famiglie devono presentarsi entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PaD). Per le domande presentate fino al 29 febbraio 2024, questo termine inizia dalla comunicazione dell’Inps ai servizi sociali. Dal 1° marzo 2024, il termine inizia dalla sottoscrizione del PaD. Per le domande di dicembre e gennaio, il termine è iniziato il 26 gennaio, quindi dal 25 maggio 2024 sono iniziati a scadere i 120 giorni, con le prime sospensioni applicate a giugno.
I servizi sociali devono convocare le famiglie prima della scadenza dei 120 giorni. Se non avviene e la famiglia non si presenta spontaneamente, il beneficio viene sospeso. Una presentazione successiva permette di riprendere i pagamenti, inclusi gli arretrati. Se la convocazione è stata inviata e la famiglia non si presenta senza giustificato motivo, decade il diritto all’Adi. In caso di giustificato motivo, il termine di 120 giorni viene azzerato e riavviato.
Dopo il primo incontro, i beneficiari non attivabili al lavoro devono presentarsi ai servizi sociali ogni 90 giorni, altrimenti il sussidio viene sospeso. Una successiva presentazione consente la ripresa dei pagamenti e l’erogazione degli arretrati. Sono esentati dall’obbligo di presentazione gli ultra 60enni, i disabili certificati ai fini ISEE, e le vittime di violenza di genere prese in carico dai centri antiviolenza. Tuttavia, chi è l’unico adulto in un nucleo con minorenni deve sottoscrivere un Patto di Inclusione Sociale (PaIS) e monitorare la propria posizione ogni 90 giorni.
Maria Pia Iurlaro