Gli indebiti senza dolo

Pensioni, che dolori. Come muoversi nei meandri della burocrazia dell’Inps,soprattutto come districarsi nella foresta di leggi, norme, circolari. Ci sono casi in cui l’Inps riconosce, a domanda, determinati benefici economici come assegni familiari, integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale, quattordicesima, etc. Accade spesso che i beneficiari (ragionevolmente anziani avanti negli anni) non danno seguito alle richieste di aggiornamento reddituale da parte dell’istituto perché la richiesta non arriva a destinazione, al punto che si vedono sospendere quei benefici economici e, come se non bastasse, viene richiesta la restituzione di queste somme.

In questo complesso mondo della previdenza sociale, per fare un esempio concreto, una delle situazioni più delicate è quella degli indebiti previdenziali. Si verifica quando l’Inps richiede la restituzione di somme percepite dall’assicurato indebitamente. In presenza di buona fede, no dolo da parte del pensionato, la restituzione potrebbe non essere dovuta. La buona fede si configura quando l’assicurato ha ricevuto le somme senza essere a conoscenza dell’errore. In questi casi, la corte di Cassazione ha chiarito che l’indebito previdenziale non è dovuto se l’errore è imputabile all’ente o se il pensionato non era a conoscenza dell’errore.

DURANTE A.M. CRISTINA