Il Sistema di Prevenzione e Protezione Aziendale deve essere strutturato in modo tale da ridurre al minimo l’eventualità di infortuni e di malattie professionali. È di fondamentale importanza, la cooperazione di tutti gli attori coinvolti. La direzione dell’azienda deve essere infatti la prima a credere ed a rafforzare il sistema grazie alla collaborazione con il RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione), con l’addetto al supporto pratico (ASPP), con il Medico Competente, ed altre figure aziendali.
Il ruolo del Medico aziendale, per esempio, nella definizione e nell’attuazione del piano di sorveglianza sanitario, è basilare. Questo professionista ha il compito di fare le valutazioni, ex ante della situazione aziendale, in modo da contribuire a prevenire l’evidenziarsi di dati negativi nella fase di monitoraggio. Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, cooperando con altre figure della sicurezza aziendale, dovrà assicurare una scelta dei dispositivi di protezione adeguati, in linea con la normativa vigente, al fine di prevenire i rischi di danni alla salute, ma dovrà anche far sì che nell’organizzazione, tutti siano a conoscenza di ciò, e quindi inclini al rispetto delle procedure, dai dirigenti all’ultimo lavoratore.
Il Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza “gioca” un ruolo chiave, non solo nella vigilanza, ma soprattutto nel coinvolgimento di tutti i lavoratori in virtù di quelle proposte ed iniziative di miglioramento che possono essere sollevate dagli stessi. Non dimenticando la formazione aziendale che consente di acquisire competenze sempre maggiori ed in linea con un mondo in continua evoluzione. In ultimo, ma non in ordine di importanza, l’intervento del sindacato che rientra, a pieno titolo, in quella scelta “partecipativa” che caratterizza l’azione del sindacalismo italiano. È la cooperazione, la chiave di volta per una maggiore sicurezza, per la salute di tutti e per un clima aziendale sereno e proficuo.
Durante A. M. Cristina