Danno biologico, indennizzi più alti

Ai lavoratori infortunati e tecnopatici per eventi che si siano verificati a partire dal 25 luglio 2000, l’Inail riconosce il pagamento di una somma in capitale, in caso di infortuni o malattie professionali da cui sia derivata una invalidità di grado pari o superiore al 6% e inferiore al 16%, oppure di una rendita nei casi in cui gli eventi abbiano provocato una menomazione di grado pari o superiore al 16%.

Fino ai primi mesi del 2016 gli importi di tali indennizzi non erano soggetti ad alcuna rivalutazione automatica. La legge di stabilità 2016 ha introdotto un meccanismo automatico e annuale di rivalutazione, con effetto dal 1° luglio 2016 sulla base del tasso Istat. Per i primi due anni di debutto della novità, però il tasso di inflazione è risultato negativo e, quindi, non c’è stato esordio.

La prima rivalutazione automatica è avvenuta quindi dal 1° luglio 2018, quando l’Istat ha registrato un tasso di variazione (2016/2017) in misura pari all’1,1%, replicato dal 1° luglio 2019 (variazione 2017/2018 sempre pari all’1,1%). Nell’anno 2019, il Decreto 45/2019, ha approvato una nuova tabella indennizzo danno biologico in capitale, la quale trova applicazione per gli eventi denunciati a decorrere dal 1° gennaio 2019.

 

La rivalutazione poi si è attestata allo 0,5% dal 1° luglio 2020. Dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 non c’è stata alcuna rivalutazione (perché l’inflazione è risultata negativa); dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023 la rivalutazione è avvenuta nella misura dell’1,9% per poi passare all’8,4% dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2024.

Ora, per l’anno 2024, l’Istat ha registrato una variazione tra il 2022 e 2023 del 5,4%; pertanto, il Decreto 354/2024 del Ministro del lavoro, sul sito internet del Ministero del Lavoro, approva la rivalutazione degli importi degli indennizzi relativi al danno biologico, con decorrenza 1° luglio 2024. Adesso la parola passa all’Inail che fisserà le modalità di aggiornamento degli importi e di erogazione delle prestazioni.

Durante A. M. Cristina