Stress da lavoro, sì a diritto della tutela Inail?
Un’ importante sentenza apre la strada per il riconoscimento dell’origine professionale dello stress lavoro correlato. La pronuncia è della Corte d’Appello di Firenze che ha infatti riconosciuto la “costrizione lavorativa” come causa esclusiva di Malattia Professionale.
Gli ambienti di lavoro non sempre rispondono ai bisogni dei lavoratori in termini di benessere. Spesso sono presenti fattori di pressione legati a un eccessivo carico e a ritmi insostenibili che, nel lungo termine, possono avere conseguenze negative sulla salute dei lavoratori. Tra le problematiche maggiormente lamentate rientrano le malattie psicosomatiche, disturbi del sonno, ansia e depressione che causano disarmonia fra sé stessi e il proprio lavoro. E’ la patologia un po’ “figlia dei nostri tempi”.
Alcuni dei rischi che si sono rivelati più nocivi per la salute psichica dei lavoratori sono rappresentati dalla intensità e da orari di lavoro, ma anche dalle condizioni ambientali (rumorosità, posture viziate, etc) elementi che rappresentano un’altra importante sfida per la sicurezza e per la salute nei luoghi di lavoro. È importante sottolineare che la valutazione dello stress lavoro-correlato è parte integrante e fondamentale del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e deve quindi essere effettuata da tutte le aziende che ricadono nel campo di applicazione del D.Lgs. 81/2008 ma anche il DVR ha dei limiti che non prendono in (giusta) considerazione la parte psichica – psicologica del lavoratore.
Il caso esaminato in giudizio riguarda un lavoratore della grande distribuzione con ruolo dirigenziale da oltre 20 anni che, a seguito di reiterate vessazioni, pressioni e contestazioni disciplinari, messe in atto dai suoi superiori e protrattesi per anni, ha iniziato a manifestare disturbi psichici che lo hanno costretto a lunghi periodi di malattia. Da qui la decisione del lavoratore ad avviare la richiesta di riconoscimento del nesso causale all’Inail per malattia professionale. In fase amministrativa però, nonostante le evidenti condizioni di stress cui era stato sottoposto sul posto di lavoro, l’Inail ha ritenuto di dover rigettare la domanda. È stato pertanto necessario adire per vie legali. Si è arrivati alla sentenza di primo grado, con la quale il Tribunale di Pisa accoglieva le ragioni del lavoratore riconoscendo l’origine lavorativa della patologia.
Il dispositivo della sentenza è stato successivamente confermato anche in secondo grado dalla Corte d’Appello di Firenze che, poiché non è stato impugnato dall’Inail, ha reso definitivo il riconoscimento. Questa sentenza rappresenta un grande passo in avanti per l’emersione dello stress- lavorativo come causa di danno prolungato nel tempo sulla salute del lavoratore. Quanto deciso dai giudici di merito di primo grado e secondo grado conferma che lo stress derivante dall’organizzazione del lavoro e dalle condizioni ambientali ad esso collegate, hanno conseguenze negative per la salute dei lavoratori. Lo stress può anche influire sull’attenzione del lavoratore durante lo svolgimento delle sue mansioni e quindi aumentare il rischio di infortuni.
I danni da lavoro che ne derivano sono ancora ampiamente sottostimati e spesso sono confusi con una qualsiasi malattia comune “tutelata” dall’ Inps. Ciò espone i lavoratori ad affrontare enormi difficoltà per l’ottenimento delle tutele Inail. Per il momento ci sono due sentenze, una di primo grado ed una di secondo grado; manca la “risposta di adeguamento” da parte dell’Inail ed un intervento normativo.
Durante A. M. Cristina