Proroga dell’Ape sociale al 31 dicembre 2024. Dopo la stretta contenuta nell’ultima manovra, cosa c’è da sapere? In primis, ci sono “nuove regole” per poter accedere a questo tipo di pensione garantita dallo Stato ed erogata dall’Inps: l’età anagrafica aumentata e l’incumulabilità della prestazione con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, con la sola esclusione del lavoro autonomo occasionale nei limiti di 5 mila euro annui. La circolare Inps, la numero 35 del 20 febbraio 2024, specifica che dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 occorrono 63 anni e 5 mesi per conseguire il diritto all’Ape sociale. Vediamo nel dettaglio, cos’è l’ape sociale 2024. Trattasi di una prestazione, istituita nel 2017, che permette di mettersi a riposo prima, in attesa di maturare l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni), per chi ha almeno 63 anni e 5 mesi d’età; consiste in un “sussidio ponte” mensile d’importo massimo di 1.500 euro lordi al mese a carico dello Stato (senza tredicesima mensilità, senza rivalutazione, senza integrazione al trattamento minimo) fino, per l’appunto, al conseguimento dei 67 anni. Può essere richiesta da lavoratori e lavoratrici dipendenti e autonomi iscritti all’ AGO dell’Inps, dipendenti iscritti alle forme sostitutive dell’AGO ed esclusive, iscritti alla Gestione Separata. A chi è rivolta: a)soggetti che si trovano in stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale, oppure scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi e che abbiano concluso la disoccupazione spettante più una anzianità contributiva di almeno 30 anni; b) soggetti che hanno un’ invalidità civile uguale o superiore al 74% ed una anzianità contributiva di almeno 30 anni; c)soggetti che assistono, al momento della richiesta della prestazione ape sociale, da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (art.3 comma 3 legge 104/92) o un parente o un affine di secondo grado convivente sempre con handicap in situazione di gravità più una anzianità contributiva di almeno 30 anni ; d) dipendenti in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva che abbiano lavorato, svolgendo professioni gravose ( si veda allegato 3 della legge 234/2021) da almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure almeno sei anni negli ultimi sette.
Per le donne, i requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, fino al massimo di due anni. Resta invariata l’età anagrafica. Per gli edili, individuati con particolari codici (presenti nell’allegato 3, già menzionato sopra) per i ceramisti e i conduttori di impianti per la forma di articoli in ceramica ed in terracotta, il requisito contributivo è di 32 anni di anzianità contributiva sempre con 63 anni e 5 mesi di età.
E’ sottinteso che i richiedenti non debbano essere titolari di pensione diretta italiana o estera.
La circolare dell’Inps n.35 illustra anche il nuovo regime di incumulabilità dei redditi da lavoro per chi presenta domanda nel 2024: in poche parole, si perde il diritto all’Ape sociale se si svolge un lavoro dipendente o autonomo a meno che non sia un lavoro autonomo occasionale nel limite di 5mila euro lordi annui. I nuovi requisiti, ovviamente, si applicano per le domande che verranno presentate nel 2024. Vi sono infatti tre scadenze per la presentazione delle domande di riconoscimento dei requisiti: 31 marzo, 15 luglio, 30 novembre. La concessione è soggetta a dei limiti annuali di spesa, pertanto risulta fondamentale e nei tempi presentare una preliminare domanda di richiesta requisiti.
Durante A. M. Cristina